Il tema della pubblicità sanitaria è sempre stato, perlomeno per quello che riguarda le professioni intellettuali, un argomento abbastanza scomodo giacché sono note le limitazioni a cui la materia è da sempre stata sottoposta nell’ambito degli ordinamenti di tutte le singole professioni, molto attente alla salvaguardia del decoro e della dignità della professione, che la pubblicità avrebbe potuto in qualche modo svilire. L’informazione, indipendentemente dal mezzo di diffusione, dovrà attenersi a canoni di obiettività, verità ed essere corredata di dati oggettivi e controllabili e, soprattutto, dovrà ottenere l’autorizzazione dell’ordine professionale competente per territorio, il quale ha anche l’onere di vigilare (e disporre disciplinarmente) sul rispetto dei criteri utilizzati dal professionista nel fornire l’informazione sanitaria.