L’articolo prende il via dalla differenza esistente tra terapia manuale e osteopatia, giungendo alla conclusione dell’Autore che l’osteopatia da sola risulta incompleta.
Viene evidenziata la difficoltà del fisioterapista in questo campo complesso e vengono analizzati tre esempi: la rotazione orizzontale pelvica, la lordosi cervico-occipitale e la lesione del cuboide.