Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un rapido sviluppo di sistemi tecnologicamente avanzati per la riabilitazione e in particolare per i disturbi del movimento. Sono infatti attualmente presenti nel mercato numerosi dispositivi, molti dei quali indirizzati alla riabilitazione dell’arto superiore. Una nuova generazione di robot è invece quella che è capace di assistere quando necessario: il sistema robotico, attraverso una serie di sensori, è in grado di accorgersi se e quanto il soggetto si muove volontariamente e di assisterlo solo nella componente necessaria per portare a termine il compito. L’articolo propone l’esperienza nata all’interno del Laboratorio di Bioingegneria della Riabilitazione, una struttura di ricerca congiunta tra il Centro di Riabilitazione “Auxilium Vitae” di Volterra e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa: dai diversi studi effettuati emergono risultati positivi, anche se è comunque evidente che il sistema tecnologicamente avanzato non può sostituire il terapista, ma deve diventare uno strumento nelle sue mani che necessita di essere gestito tenendo conto delle abilità residue del paziente.