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Abstract

Laserterapia e diatermia capacitivo-resistiva:
appropriatezza clinica nella prescrizione

pubblicato nel Gennaio - Febbraio 2019 ne Il Fisioterapista - fascicolo n.1
Alessandro Zati, Alessandro Valent

La laserterapia e la diatermia capacitivo-resistiva (DCR) sono attualmente tra le terapie strumentali più utilizzate in ambito fisioterapico, tanto per la loro efficacia quanto per la praticità e duttilità di impiego. La laserterapia utilizza la luce laser a fini terapeutici con effetti prevalenti di tipo analgesico, antinfiammatorio e biostimolante. Gli effetti biologici sono influenzati dal tipo di sorgente e dall’interazione con i cromofori presenti nei tessuti. Esistono diverse tipologie di laser terapeutici identificabili in base alla sorgente (He-Ne, Diodi, CO2 e Nd-YAG, i più impiegati) e all’intensità di erogazione (LLLT ed HLLT). La diatermia capacitivo-resistiva è una forma di termoterapia endogena (diatermia a onde radio) che utilizza frequenze comprese tra 0,45 e 1,2 MHz. Presenta generalmente due modalità di erogazione con target biologici differenti: resistiva e capacitiva. Gli effetti biologici sono prevalentemente biostimolanti e ipertermici.
Entrambe le terapie vengono usate nel trattamento di numerose patologie del sistema muscoloscheletrico, singolarmente o in associazione. L’appropriatezza nella prescrizione di laserterapia e DCR dipende dal tipo di tessuto, dalla patologia e dalla fase clinica, non prescinde dalla conoscenza delle caratteristiche di ciascuna terapia e anche la tipologia di paziente può condizionare l’indicazione.