Gli Autori del presente articolo lavorano presso il Dipartimento di Bioingegneria del Politecnico di Milano, il cui sito è visitabile alla pagina
www.biomed.polimi.it,
e il Laboratorio di Analisi del Movimento del Dipartimento di Riabilitazione dell’AUSL di Reggio Emilia, che cura la pagina
internet
pubblicata all’indirizzo
www.ausl.re.it/Home/DettaglioLuogo.aspx?ID=3200.
L’analisi del movimento può essere impiegata, oltre che nella terapia riabilitiva di pazienti affetti da emiplegia, anche in presenza di altre patologie neuromotorie. Ulteriori applicazioni di questo metodo, con i relativi risultati, sono state descritte dal gruppo di studio autore dell’articolo “Movimento di alzata dalla sedia: analisi quantitativa”, in:
“Morbo di Parkinson: valutazione quantitativa del cammino”,
pubblicato nel n. 3/2005 de il Fisioterapista, e nei due articoli:
“Paralisi cerebrale infantile: tossina botulinica nel trattamento del piede equino”
e
“Sindrome di Down: valutazione delle alterazioni motorie”,
contenuti nel dossier “Analisi strumentale del movimento” del
n. 3/2004 della stessa rivista.
La conquista di una maggiore libertà di movimento è molto importante per il soggetto affetto da emiplegia e ne facilita l’inserimento sociale. Un’analisi delle ripercussioni che il grado di indipendenza del paziente ha sulla sua integrazione è stata proposta nell’articolo
“Emiplegia: alterazioni del cammino e partecipazione sociale”
di L. Retini, D. Mazzoli, M. Colombari et al., pubblicato nel n. 1/2005 de Il Fisioterapista.
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