Ruolo della propriocezione nel recupero del gesto atletico
Fabrizio Brindisino
Il concetto di “stabilità dinamica” di spalla si basa sull’esistenza di neuroni periferici afferenti specializzati che risultano nell’informazione propriocettiva. Tali recettori trasformano una deformazione meccanica del tessuto in segnali neurali indirizzati al sistema nervoso centrale per via sensitiva afferente. In conseguenza di ciò, il controllo articolare volontario, la coordinazione, l’apprendimento motorio e la stabilità articolare durante il movimento sono tutti caratteri strettamente dipendenti da questo sistema di conduzione basato su feedback e feedforward. La propriocezione è la “prima donna” di questo loop neuromotorio e presenta alcuni sottodomini e in particolare il “joint position sense” che individua la capacità di posizionare l’arto nello spazio e di riprodurre tale posizione; la “kinesthesia”, la capacità di captare un movimento attivo o passivo dell’articolazione; e inoltre la capacità di percepire vibrazioni, livelli diversi di produzione di forza, cambiamenti in velocità dell’articolazione. L’approccio riabilitativo, volto al recupero della propriocezione, dovrebbe essere iniziato sin dai primi step di recupero, con modalità sempre diverse in relazione alle crescenti competenze e abilità acquisite dal paziente, alla distanza dal trauma, dalla chirurgia, e nel rispetto dei tempi biologici di recupero. Nella visione più moderna del continuum riabilitativo, il percorso scandito dalle “fasi”, in successione cronologica, lascia spazio al raggiungimento di tappe e di obiettivi con una progressiva e crescente acquisizione di competenze mirate alla ristrutturazione di determinati skill, in cui il precedente è propedeutico al successivo, che garantiscono un recupero graduale, costante, ingravescente e sempre più completo.