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Abstract
Fisiopatologia del dolore cronico muscolo scheletrico: implicazioni riabilitative
pubblicato nel Luglio - Agosto 2010 ne Il Fisioterapista - fascicolo n.4
Marco Cazzola

Il dolore cronico muscoloscheletrico rappresenta un problema emergente nei Paesi industrializzati; la sua prevalenza, infatti, è stimata in circa il 35% della popolazione generale e ha ormai superato le malattie cardiovascolari nell’indurre disabilità. Il dolore può essere la conseguenza di lesioni a carico del sistema muscoloscheletrico ma, spesso, si manifesta in assenza di alterazioni strutturali rilevabili a carico dei tessuti dove viene percepito; in altri casi le sue caratteristiche, in termini di intensità e di modalità di presentazione, non sono compatibili con eventuali patologie rilevabili all’esame clinico e con le indagini strumentali. Da un concetto puramente temporale si è passati, quindi, a un concetto biopsicosociale in cui il dolore cronico è considerato come un’esperienza multidimensionale prodotta dall’interazione dell’individuo sofferente con variabili esterne, sociali e familiari.
Date queste premesse è chiaro che lo scopo del trattamento non potrà essere rappresentato, come nelle patologie acute, dalla guarigione con completa
restitutio ad integrum; sarà invece necessario attuare tutte le strategie terapeutiche finalizzate al miglioramento della qualità della vita del paziente nella sua cronicità.