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Abstract
Disordini del pavimento pelvico
published in March - April 2007 - in Il Fisioterapista - issue n.2
Rodolfo Piazzai, Augusto Verzelli, Aroldo Bruni, Nazareno Lazzari, Luigino Marasco

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Da alcuni anni si discute sull’opportunità di istituire centri di riferimento territoriali che si occupino dei disordini del pavimento pelvico. In Italia ne sono sorti alcuni, ma è una realtà ancora in lento rodaggio: per troppi anni i disordini del pavimento pelvico sono stati considerati prerogativa di diverse specialità mediche (colonproctologo, ginecologo, urologo), ognuna delle quali si accostava a questa regione anatomica in modo parziale, con la convinzione che le alterazioni anatomiche e funzionali del pavimento pelvico non fossero risolvibili, ma fosse solo possibile un parziale miglioramento delle condizioni dei pazienti. Talvolta, trattamenti chirurgici spesso basati non su precise considerazioni anatomofunzionali, portavano a un peggioramento delle condizioni dei pazienti. Progressivamente, lo sviluppo delle conoscenze ha portato a considerare il pavimento pelvico come un’entità strutturale unica, con funzioni multiple, complesse e strettamente collegate fra di loro, tanto da richiedere la collaborazione di diversi specialisti nell’affrontare le patologie di questa regione anatomica. Importante è stato pure l’avvento delle moderne tecniche di riabilitazione dei disordini del pavimento pelvico, che - accanto alla moderna chirurgia non più solo demolitiva, ma sempre più con intenti ricostruttivi e riparativi - hanno permesso un buon recupero delle funzioni proprie. Su queste basi presso l’Ospedale di Pergola (PU) si sta lavorando per giungere all’organizzazione di un centro di riferimento territoriale dei disordini del pavimento pelvico, facendo soprattutto riferimento alla vasta esperienza diagnostica e terapeutica maturata negli anni in questo campo, alla fitta rete di collaborazioni intessuta con i vari specialisti del settore e, soprattutto, alla lunga e intensa attività scientifica.


 
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