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Abstract
Ictus & recupero della destrezza
published in May - June 2007 - in Il Fisioterapista - issue n.3
Michela Aringolo, Patrizia Giacchetti, Claudia Renzi, Maria Gabriella Ceravolo

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Nei Paesi industrializzati l’ictus rappresenta la terza causa di morte, dopo il cancro e le malattie cardiovascolari, ed è la principale causa di disabilità negli adulti, residuando nel 35% dei pazienti colpiti da ictus una grave disabilità e un’aumentata richiesta assistenziale. Uno dei principali fattori di disabilità persistente post-ictus è costituito dalla perdita della destrezza motoria nell’uso dell’arto superiore in seguito alla emiparesi; la riabilitazione in fase acuta tende a focalizzare l’attenzione sul precoce recupero del controllo posturale, del cammino e della mobilità generale e questo ha contribuito a enfatizzare l’addestramento a strategie compensatorie dell’arto controlaterale al fine di promuovere il recupero della autonomia nelle ADL e il precoce rientro a domicilio. Tuttavia il progetto riabilitativo individuale non può prescindere da una adeguata definizione della prognosi funzionale dell’arto superiore nel breve e nel lungo termine poiché il deficit funzionale residuo all’arto superiore, seppur non limitando il raggiungimento di un buon livello di autonomia, inficia il rientro all’attività professionale e penalizza il reinserimento sociale, dimostrandosi un fattore predittivo indipendente di scarsa qualità di vita. Nell’articolo vengono messe a confronto le tecniche di riabilitazione della destrezza, sulla base dell’EBM, ed è approfondita l’analisi della constraint- induced movement therapy (CIMT).


 
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