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Se il fisioterapista diventa slow
pubblicato nel Settembre - Ottobre 2013 ne Il Fisioterapista - fascicolo n.5

È attualmente in essere un progetto da parte delle Società scientifiche, degli Ordini e Collegi professionali e delle Associazioni di cittadini per l’individuazione delle cinque pratiche a più alto rischio di inappropriatezza, che sta alla base del progetto Choosing wisely americano, così come del progetto “Fare di più non significa fare meglio” di Slow Medicine, a cui nel 2013 ha aderito anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

La conflittualità tra professionisti sanitari e pazienti spesso a che fare con richieste di questi ultimi rispetto a maggior coinvolgimento e partecipazione alle decisioni, come evidenziato da Bignamini et al. nello studio EPICON. Peraltro sono richieste ai professionisti competenze professionali e comunicative, come indicato nell’articolo di S. Quadrino. “Bombe, ingranaggi, sassolini e reti: Slow Medicine e gli aspetti sistemici di un progetto di cambiamento”, presente nella rivista Riflessioni sistematiche.